La storia del barolo nasce con Borgogno e conserva intatta la sua classicità. Siamo a metà del settecento e grazie a Bartolomeo Borgogno le uve di nebbiolo iniziarono ad essere vinificate secondo parametri moderni, tanto da elevare i vini piemontesi al prestigio nazionale. L’Unità d’Italia doveva produrre un vino emblematico e rappresentativo della Nazione: Borgogno è servito al pranzo regale che segna questo evento storico. Negli anni Venti Cesare Borgogno assume la direzione aziendale e inizia ad esportare. La fama internazionale contribuisce alla stima economica del vino, tanto che nel 1972 un Borgogno del 1886 è aggiudicato a 530.000 lire. Negli anni Ottanta subentrano i figli Cesare e Giorgio Boschis, fino all’acquisto nel 2008 da parte della famiglia Farinetti che torna all’uso del cemento e cura la conversione in biologico. La Borgogno ha la cantina al centro del comune di Barolo e vanta vigneti spettacolari nei cru Liste, Fossati, Cannubi. Occorre attendere una maturazione di almeno 46 mesi in botti grandi per veder nascere un eccellente Barolo da Cru, destinato a durare infiniti anni. In tutti i nostri vigneti di proprietà, usiamo solo concimi di origine organica, non usiamo diserbanti ed effettuiamo trattamenti sostenibili. Per questo motivo la nostra uva è a residuo zero, l’uva pulita per produrre vini di qualità è fondamentale. Dal 2016 abbiamo iniziato la Conversione che ci porterà con la vendemmia 2019 ad essere Biologici Certificati. La nostra campagna di circa 39 ettari, di cui 8 sono coltivati a bosco e 31 sono vitati. Circa il 60% è coltivato a Nebbiolo, il restante si suddivide tra Dolcetto, Barbera e Freisa. 5 di questi ettari sono invece dedicati alla coltivazione dei vitigni a bacca bianca, rispettivamente 2 ettari coltivati a Riesling e 3 a Timorasso. Poi la grande fortuna di possedere 5 fra i migliori vigneti cru di Barolo: Liste, Cannubi, Cannubi San Lorenzo, Fossati, San Pietro delle Viole.