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Giovani talenti crescono, saranno le star del futuro? È lecito porsi questa domanda, attendendo la risposta che solo gli Champagne tra qualche tempo potranno darci. Stéphane è alla sua prima annata sul mercato, ma rivela già idee chiare, sensibilità ed enormi conoscenze di vinificazione. Dopo alcune diverse esperienze professionali, come sommelier a Londra e in uno studio di ingegneria aerospaziale a Parigi, nel 2007 torna a casa, dove il padre vignéron conferisce le uve alla cooperativa del village. Fin da subito interrompe l’utilizzo di erbicidi e pesticidi. Nel 2014, sul totale di proprietà in conferimento, decide di togliere per se stesso 1,5 ettari e di iniziare il lavoro per suo conto. Nel 2017 parte con le pratiche di certificazione bio (lo sarà quindi nel 2020). Il suo lavoro è su tre parcelle, due nel comune di Oger, Les Chemin de Flavigny e Le Moulin, e una su Le Mesnil-sur-Oger, Les Hautes Mottes. Le espressioni di questi diversi luoghi, determinano tre diversi vini: le parcelle sono lavorate in bio dal 2010 e in biodinamica dal 2014. La vinificazione è sia in legno che in acciaio per le tre cuvée prodotte. Nella costruzione degli Champagne l’idea portante è di utilizzare una parte di riserva perpetuale per ogni referenza: come a complessare con il tempo l’immediatezza di un istante.
testi sono tratti dal Catalogo Maurizio Cavalli 2020.
Scheda tecnica
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